Dopo i brividi di venerdì scorso per l'incidente a oltre trecento chilometri all'ora capitato a Nico Rosberg, la questione degli pneumatici in Formula Uno torna con l'esplosione della gomma posteriore sulla Ferrari di Sebastian Vettel nel finale del Gran Premio del Belgio. Il tedesco si infuria e chiama in
causa la Pirelli, che però risponde sottolineando che la causa è la strategia di gara adottata dal pilota, che avrebbe portato le gomme al limite. Eppure per Vettel il fatto è inaccettabile: "Se lo scoppio fosse avvenuto 200 metri prima, non sarei qui a parlarne", ha insistito. In realtà che il velocissimo circuito belga potesse creare qualche problema di pneumatici era noto e, secondo la Pirelli, per aumentare la sicurezza "si potrebbe limitare il numero di giri con un treno di gomme". "Fin dal novembre 2013, Pirelli aveva chiesto che venisse fissato per regolamento, oltre all'indicazione degli altri parametri per il corretto impiego delle gomme, anche il numero massimo di giri effettuabili con lo stesso set di pneumatici. La richiesta non venne accolta". E' quanto ha precisato la Pirelli. "La proposta - si legge in una nota della Pirelli - prevedeva un chilometraggio massimo equivalente al 50 per cento della durata del Gran Premio per la gomma Prime e del 30 per cento per la Option. Tali condizioni, se applicate a Spa, avrebbero fissato a ventidue il numero massimo di giri percorribili con le gomme a mescola Medium". Questa la risposta ufficiale dopo lo scoppio della gomma di Vettel a Spa.
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